I vignerons biologici si amano definire come rispettosi dei grandi equilibri naturali. Rinunciano ai pesticidi, erbicidi, prodotti di sintesi e per difendere la vigna utilizzano solamente prodotti già presenti in natura come lo zolfo ed il rame. I soli trattamenti possono essere prodotti di contatto che alla prima pioggia si sciolgono e non sono assorbiti dalla pianta. Questi vigneron vogliono anche ridurre la presenza dei solfiti al minimo sia in vigna che in cantina ed in imbottigliamento.
L’agricoltura biologica deve seguire un quaderno o registro imposto dalla comunità europea, anche se la definizione di biologico del lavoro in cantina è sempre discutibile e discussa. I due organi adetti al vino biologico non sono ancora riusciti ad elaborare una carta, una convenzione per ciò che riguardano le pratiche in cantina. In Europa le discussioni sono esclusivamente sul tasso di solfiti permesso. I vini biologici non hanno un’esistenza ufficiale. Possono essere certificati per mezzo di un’etichetta solamente i vini prodotti da agricoltura biologica. Il logo AB (agricoltura biologica) è rilasciato a partire dal quarto anno o vendemmia dopo la conversione.
Alcune tra le cantine francesi che fanno parte di questa categoria .
Chateau de Beaucastel, la famiglia Perrin coltiva i 130 ha , di cui solo 70 ha per Beaucastel, integralmente in bio dal 1970 e sono certificati da 14 anni.
“Noi non siamo certamente della categoria di quelli che fanno l’enologo una star. Ciò che conta è la materia prima”. A Chateauneuf du pape circa 35 domaines sono integralmente in bio.
Aubert de Villaine sono stati tra i primi ad accorgersi dell’asfissia dei terreni della Borgogna e dei danni provocati dai diserbanti. E quando parlano questi personaggi li si ascolta. ( un pò come se questa filosofia la seguissero sassicaia, ornellaia,etc etc). Il DRC ( abbreviazione usata dai sommeliers per il domaine romanee conti) pratica la coltura bio dal 1986 e la biodinamica da circa due anni. Aubert de Villaine ha chiesto la certificazione solamente nel 2008 in ragione di solidarietà ed afferma:” non è poi così malvagio essere controllati sopratutto di questi tempi, ciò permette di essere ancora più severi nelle procedure”. Sacre parole Aubert!!
Grandissima azienda della Languedoc Roussillon . Credevamo che il proprietario , nonostante pratichi la coltura biologica da anni, non avesse fatto il passo ufficiale della certificazione. Ci siamo clamorosamente sbagliati. L’ha richiesta , per colpa dell’Europa del Nord dove richiedono sempre di più la tracciabilità.
Domaine de Trevallon
Altro GRANDE della Provenza e del sud della Francia. Eloi Durrrbach, il proprietario, è colui che ha sperimentato l’integrazione del Cabernet Sauvignon in queste terre meridionali. Dunque ha rivoluzionato il tranquillo spirito dei vini provenzali. I suoi 17 ha sono in bio dall’inizio con la certificazione ufficiale rilasciata nel 1981. ” Prima abbiamo messo il logo sull’etichetta e poi non più: era talmente evidente!”
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massimo
25 ottobre 2010
E’ questa la via da seguire
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