Il 2012 è arrivato alla fine del suo corso e domani inizierà il 2013, anno ricco di aspettative .
E’ stato un anno difficile con alti e bassi, con un spada sulla nostra testa che era lo spread ma alla fine noi italiani riusciamo a dare il meglio di noi stessi in momenti di difficoltà. Io lavoro questa sera ma posso dire che la clientela italiana non ci ha abbandonato e grazie a loro possiamo permetterci un’ottima cena di capodanno, alla fine siamo ancora noi i migliori clienti, nonostante tasse e spread!!!!! Si brinderà con lo splendido Dom Perignon 2003, essendo “quasi” in terra francese è necessario brindare a Champagne ( così vogliono i nostri clienti) anche se io sono un “paladino” dei nostri prodotti talvolta bisogna sottomettersi alle regole del business. Sempre di più i nostri prodotti, vino e food, hanno una vetrina importante nel Principato di Monaco, vuoi per i molti ristoranti italiani vuoi per la clientela estera che sempre più li richiede, tanto che molte inaugurazioni di mostre importanti sono state all’insegna del buon bere italiano. Quest’anno all’annuale Galà dei Sommeliers il main wine era un vino rosso italiano, fatto fino a pochi anni fa impensabile.
Al Decanter World Wine Awards, il concorso enologico più importante al mondo, i vini italiani sono sempre più numerosi e riscuotono sempre di più i consensi dei Masters of Wine. Poi arrivano e si affacciano al palcoscenico internazionali i nostri prodotti di nicchia: vini di carattere e terroir, una volta noti solamente a pochi fortunati ed ora trovano consensi all’estero.
Vivendo nell’estremo ovest italiano le nostre perle sono : l’olio di oliva della monocultivar Taggiasca ed il vino, con il Rossese di Dolceacqua ed il Vermentino ed il Pigato. Io sono particolarmente legato al Rossese perchè in queste colline “terrazzate”, piene di vigne ed olivi, ci sono nato e perchè finalmente il Rossese è uscito dal cono d’ombra in cui risiedeva da molti anni.
Al Rossese Style di quest’anno molti sono stati i consensi provenienti dall’estero e da palati abituati a giudicare i mostri sacri dell’enologia internazionale: dunque onore e gloria ai produttori del magico vino che sono riusciti a portare il Rossese dove mai era arrivato. In un recente viaggio con winelovers di mezza Europa ho capito che il vino italiano è un must tra i consumatori internazionali, sempre più attratti dalla nostra semplicità e complessità allo stesso tempo; noi abbiamo un tesoro inestimabile che è portato dal cibo e dal vino ecco i due punti cardine su cui si dovrebbe basare la nostra rinascita. Buon 2013 a tutti
Massimo Sacco
Posted on 31 dicembre 2012
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