Marina Betto racconta di uno dei “gioielli” dell’enologia italiana.
L’Amarone, oggi, comincia ad avere un certo appeal soprattutto su alcuni mercati orientali e su alcune aree del mercato americano. All’estero è spesso associato al Barolo, al Barbaresco e al Brunello.
E’ un vino moderno che ha radici antiche,prodotto in Veneto nella zona di Verona fino al lago di Garda verso ovest e a nord verso Soave. In questo territorio si è sempre coltivata la vite e prodotto vino,rincorrendo la qualità; queste vallate dal cuore antico ( Valis Polis Celle) sono, da secoli, una zona di cantine. Ci troviamo su territori di alta, media e bassa collina, se non pianura. I vigneti collinari sono più vocati perché senza nebbie, che non agevolano la qualità delle uve, più ricchi di scheletro, calcareo, conferiscono maggiori sostanze minerali, struttura e profumi.
Le uve storiche sono la Corvina, Rondinella e Molinara, alcuni produttori aggiungono anche l’Oseleta che dona tannino e colore capace di rendere il vino molto potente; la Corvina ha una elevata capacità di concentrare gli zuccheri,povera di tannino, dà colore e buona acidità, queste caratteristiche hanno fatto si che si creasse un vino dolce, il Recioto, suo antenato ( del grappolo grande, una parte veniva vinificato immediatamente e l’altra si faceva appassire). All’inizio del XX secolo i reimpianti sono stati fatti con una certa oculatezza, e per quanto riguarda l’appassimento, è stato spinto il più in là possibile. Si è studiato, sperimentato per cercare di produrre un vino secco, originale , che avesse un suo carattere inimitabile. La gradazione alcolica è tra i 16° e i 17° vol. Già nel 1936/37 si parla di Recioto/Amarone della Valpolicella; ecco che i vini importanti di queste zone diventano due: uno dolce e uno secco.
L’Amarone è un vino tecnico, in cui le tecniche tradizionali hanno giocato un ruolo fondamentale: uso esclusivo di botti grandi di castagno, invece che rovere; una lunga permanenza in legno fino a sfiorare i dieci anni, facendo si che questo vino insieme al Recioto conquistasse la prima denominazione di origine nel 1965e la DOCG nell’ 80.
Vediamo di addentrarci quindi sul pianeta Amarone per coglierne le sfumature, capirne le differenze.
Il Costa Sera Amarone Classico Masi 2008, è uno dei tanti vini che produce questa azienda. Nel blend rientra anche l’oseleta che mantiene più alto il tono del tannino di questo vino balsamico e dai sentori fruttati, elegante nella sinfonia di note di rosa appassita e ribes, fino a tonalità scure di cioccolato e grafite. E’ un Amarone, questo , con uno stile improntato alla bevibilità moderna
Corte S. Alda 2008 15,5° vol è rosso rubino concentrato con unghia violacea, non è un Amarone classico, siamo fuori dal territorio classico a Mezzane. Il naso avverte nuances di appassimento delle uve,frutta secca e erbe aromatiche e officinali, e una lieve mineralità.In bocca una sferzata di acidità che poi è sapidità e che lo fa sembrare un vino quasi di mare.
Brigaldara 2008 Amarone della Valpolicella 17° vol. è di un piccolo produttore nella zona classica; lo stile inseguito è quello modernista, facendo uso della barrique. La balsamicità si avverte con sentori di sambuco e spezie dolci e tabacco,che nobilitano il bouquet, poi la mineralità con note ferrose e boisè, scure, sanguigne avvolgenti. La bocca avverte l’alcol che è veicolo aromatico e poi la sapidità e l’acidità. Tutto è in equilibrio, nitido,senza essere pesante.
Stefano Accordini 2008 16° vol, è un’azienda che ha un secolo di vita, produce 20.000 bottiglie di Acinatico, di cui parlava già nel 500 Cassiodoro;siamo in presenza di un Amarone classico, dalla grande concentrazione, con intensità profonda , compatta. Inaliamo sentori dolci di cardamomo e liquerizia e frutta matura. In bocca è morbido ed equilibrato, dal futuro illimitato grazie alle sue perfette componenti.
Amarone Speri vigneto Monte S. Urbano 2007 15° vol. è affascinante per la pulizia del profumo, con un potpourri floreale ampio e tabacco dolce. All’assaggio si ritrovano i sentori profumati intrisi nella massa muscolare che è piena; persistenza lunghissima, è un Amarone ancora giovane ma già completo.
Veniamo al dittico di Amarone più significativi, per questa tipologia di vino: Bertani e Dal Forno. Il primo viene fuori alla distanza, e rappresenta la classicità, il secondo la grande concentrazione, l’eleganza e la longevità.
Amarone Bertani 2005 15°vol. Al naso miscellanea di fiori secchi e note di spezie, erbe aromatiche e selvatiche, seguite dalla frutta caramellata, china, rabarbaro. Matura quattro anni in botti di rovere. Austero e un po’ chiuso non lascia spazio alla piacioneria. Per questo motivo è sempre stato un po’ penalizzato , e per lo stesso, oggi lo si è riscoperto,premiando la costanza qualitativa, frutto di un progetto serio. All’assaggio c’è parecchia acidità, e un tessuto setoso, paradigma di eleganza con finale sapido.
Amarone Romano dal Forno 2006 17° vol. color inchiostro, evidenzia un estratto ricchissimo. Il naso percepisce toni di grafite e inchiostro su un substrato di fruttato scuro di prugna matura, tabacco dolce,pepe, china. In bocca è pieno, consistente e corposo. E’ uno stile voluto e ricercato quello di questo Amarone, che propone al bevitore un’infinita gamma di sfumature, che sembrano far fatica a schiudersi, poi si donano con un sapore dolce, e di nuovo affiora il minerale che riesce ad essere quasi salmastro.
L’abbinamento in cucina per questo vino non è dei più semplici;sicuramente carni affumicate accompagnate da confetture saranno una riuscita sinfonia a tavola.
Il 26/27 gennaio a Verona ci sarà la manifestazione: Anteprima Amarone,la storia di un vino di successo;si celebra il decennale della manifestazione, ma anche i dieci anni che hanno cambiato la storia dell’Amarone della Valpolicella, facendolo diventare uno dei grandi vini più apprezzati al mondo.
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Diary of a Winebuyer
21 dicembre 2013
I really liked your post., Even through the computer translation, it has a wonderful rhythm and great use of illustration via your words. A couple thoughts on the wines, two of which I know quite well.
Masi is probably the most “wine-like” of all the Amarone’s I’ve had, generally being dryer and slightly less alcoholic, and no aldahyde and acetic qualities, being very clean and elegant. I sold Masi for nine years, and it is very unique in the field of Amarone, and this style is true all the way through their line of Amarones. They rarely get the scores they deserve because they are not as opulent as wine tasted next to them. They are however very beautiful.
Brigaldara is a wonderful producer, and he seems to be on his own path stylistically (at least from what is brought into the United States.) I get a tremendous breadth of flavors from him, from green tobacco notes through ripe blackberry and into raisin and prunes. His are a kaleidoscope of flavors, and the alcohol I never though was much of an issue. At least I don’t remember it being hot. I got the impression that he had clones that ripened unevenly, or he picked certain lots at different ripeness levels intentionally. The effect is brilliant whatever the reason.
The Bertani I wrote up in one of my first blogs (which you may have seen). Until I was able to experience a depth of Bertani wines together, I didn’t have a fair impression of them. They are a big house with lots of traditionally commercial wines, but their Amarone is traditional in the best way – it stands the test of time. Here Bertani stands out. Their Amarone doesn’t have the body, or as the French say “Gras” of other houses because they bottle after seven years in botte, where the wines excessive dry extract falls out. But while this to some degree robs the wine of its mid-palate, it allows it to age virtually unchanged for decades. Beautiful stuff.
I’m going to post this comment on my blog, and link back to yours if that is OK with you. I really like what you are doing.
Dean
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