Come ben sappiamo il Pinot Noir esprime tutta la sua magia durante annate fredde , quando prende del tempo per rivelare la sua complessità. E’ uno degli insegnamenti del millesimo 2010 che viene confermata durante una degustazione di Chambolle Musigny e Morey Saint Denis, due AOC che sono dei monumenti alla complessità del Pinot Noir. Il 2010 è stato un anno difficile, con una presenza del sole deficitaria rispetto alla media degli ultimi trenta anni con una temperatura media inferiore, sempre rispetto alla media.
Per quanto riguarda la pluviometria è stata superiore di 59 mm. Insomma non proprio le caratteristiche ideali per guardare ad una grande annata. Ma è proprio qui che si è compiuta l’alchimia della trasformazione del piombo in oro per merito di quello splendido alchimista che è il Pinot Noir. Sappiamo che questo vitigno perde la sua eleganza e la sua sottigliezza aromatico quando viene coltivato in latitudini molto calde, proprio come un atleta fragile e capriccioso che deve essere messo nelle migliori condizioni allo start. Inoltre un mese di giugno fresco ed umido non ha permesso una buona fecondazione dei fiori con un risultato di piccoli grappoli.
Le vendemmie sono iniziate il 20 settembre con temperature decisamente invernali, l’uva era fresca o addirittura fredda come diranno alcuni produttori. Le fermentazioni sono partite lentamente e dunque lo scambio tra il frutto ed il succo è avvenuto pian pianino regalando i sottili aromi di mirtillo, ribes,lampone, violetta e liquirizia che caratterizzano i grandi rossi di Borgogna. Uve senza eccessi di maturazione che hanno dato vini spogli del fattore alcolico con bella espressione aromatica e finezza dei tannini. Ho assaggiato alcuni 2010 della Cote de Nuits, precisamente Morey saint Denis e Chambolle Musigny. Chambolle è un AOC che presenta due Grand Cru e 24 premieres crus ed è considerato il rosso più “femminile” della cote de Nuits. Morey St Denis è una delle più prestigiose denominazione in Borgogna, infatti qua troviamo ben 5 grand crus e 20 premiers crus e normalmente produce vini che possono durare nel tempo. Parliamo di due magnifici climats premieres crus, Les Bussiere e Les Amoureuses ed uno splendido Grand Cru, Musigny.
LA BUSSIERE
E’ un climat che segna un unione tra Chambolle e Musigny. Il nome è stato dato in seguito ad una abbazia cistercense fondata a Bussiere sur Ouche.
LES AMOUREUSES
Siamo a Chambolle e qua si parla di un vino che regala amore con vini particolarmente ad espressione aromatica ruffiana ed invitante. Altra ipotesi sul nome è quella della terra argillosa che si incolla letteralmente ai piedi di cui si dice è amorosa.
MUSIGNY
E’ uno dei Grand Cru di Chambolle ed è il diminutivo della parola gallo romana “moussy” che significa piccolo monte.
Posted on 28 febbraio 2013
0