E’ il vino dell’estate per eccellenza grazie alla sua piacevolezza, alla sua freschezza, al suo colore ed alla sua adattabilità ad ogni tipo di cucina. Grazie a questi jolly, il rosè si è imposto come vino estivo e non solo. In Francia trova la sua patria d’elezione con un consumo che resta tra i più alti del mondo: grazie anche al numero enorme di bottiglie servite in tutti i ristoranti, bistrot del sud della Francia. Qua siamo davanti ad un vero e proprio rituale dove il vino rosè è l’ingrediente principale, insieme all’altra bevanda simbolo del Sud: il Pastis.
L’altro giorno un importante importatore di vini negli Stati Uniti mi ha confidato che laggiù il rosè sta diventando un vero e proprio must. Da qualche anno le vendite sono in rialzo grazie anche alla qualità che è migliorata tantissimo. Prodotto(principalmente) con vitigni a bacca rossa, il rosè e sempre di più considerato un vino “vero”: per tanti anni molti hanno considerato, a torto, questo vino come un prodotto secondario, senza ne arte ne parte, dove destinare le uve più sfortunate. Ebbene i vignerons della Provenza, e non solo, sono riusciti a modificare questo pensiero grazie a selezioni parcellari di vigneti dediti esclusivamente alla produzione di questo vino, a vinificazioni molto precise in quanto il rosè richiede una certa maestria ed attenzione in questa fase delicata e, soprattutto, all’arte tanto cara ai francesi dell’assemblage. Le culle storiche del rosè sono la Provenza e la Valle della Loira a cui si sono aggiunte il Sud Est del Paese ( Languedoc etc etc) e il Bordeaux. Mentre in questi regioni stanno producendo ottimi rosati, nella Provenza si parla ormai di regione super qualitativa con i prezzi che stanno letteralmente esplodendo. Quasi tutte le maggiori aziende vinicole propongono almeno un vino rosato “estremo”: cioè con viti ultra vecchie, terroir piccoli ma dalla geologia superlativa, invecchiamento in barriques o botti di prima categoria. Giocando su questi fattori e sulla rarità del vino hanno potuto tranquillamente alzare i prezzi delle loro bottiglie.
Il caso più eclatante è quello di Alexis Sacha Lichine ed il suo “Garrus” del Château d’Esclans. Questo vino è considerato il vino rosè più caro del mondo con un prezzo, ovviamente all’acquisto, che oscilla tra gli 80 ed i 90€ per bottiglia. Il fatto sorprendente è quello di riuscire a trovare una bottiglia di questo vino!!!!! In seguito a questo successo tutte le principali aziende provenzali hanno iniziato a produrre un rosè di “lusso”: è il caso di Domaines Ott, Château Minuty e Château Sainte Roseline. Il russo Alexei Dmitriev, comproprietario di Château La Martinette, ha prodotto un rosè chiamato “Aurore sur la Moskova” che è venduto ad un prezzo di 29.90€, sempre all’acquisto.
Parcelle di vecchie vigne di Grenache, Cinsault e Rolle ( vermentino) con affinamento in barrique et voilà che il prezzo è pronto!!! Il Domaine Croix Rousse con il suo “prezioso” rosè Pierre Precieuses è passata da 16 a 23 € nel giro di un anno. Château La Malherbe in tre anni sono passati da 14 a 19€. Insomma ho dato qualche esempio della corsa al rialzo dei vini di Provenza. Questa regione “pesa” 1.2 miliardi di euro di vendita!!! Ha duplicato le sue esportazioni in volume, anche il vino sfuso ha avuto un rialzo del 18% nel 2013. Insomma una nuova corsa all’oro, questa volta rosa…, che anche questa volta rischia di non vederci partecipare anche se abbiamo vitigni che si presterebbero favolosamente all’elaborazione di vini rosati.
Goffredo Agostini
2 giugno 2014
Le caratteristiche che hanno fatto crescere i consumi di questo vino nel Mondo sono totalmente diverse dai vini descritti ….In Italia abbiamo e egli ottimi Rosati, tra i migliori al Mondo e non dobbiamo snaturarli…..
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massimo sacco
3 giugno 2014
le caratteristiche del vino rosè francese sono quelle che hanno fatto aumentare la qualità, e sono le stesse di tutti i vini che puntano su questo fattore: rese, esposizione, fermentazioni brevi a basse temperature, agricoltura biologica e via dicendo. In Italia ci sono ottimi rosati o chiaretti , sono d’accordo con te. Sono meno appetibili visualmente, come colore, a ciò che il mercato richiede oggi. Poi ci sono anche vitigni le cui caratteristiche potrebbero dare un rosato magnifico, ma stranamente da noi si preferisce puntare sui due colori classici ignorando questa tipologia .
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