Non sono molti i vini di Bordeaux che abbracciano l’ideologia biodinamica. I motivi sono tanti: a cominciare dalle bizze del tempo e dall’elevata piovosità che fanno desistere molti produttori ad abbracciare il biologico o la biodinamica. La paura di non poter trattare le vigne quando appaiono malattie è tanta, in più se aggiungiamo l’alta piovosità voilà che il gioco è fatto.. Pochi giorni fa ero con il direttore di una importante maison di Champagne e parlando di alcuni dei loro prodotti, ho avuto la conferma di alcune loro cuvee in biodinamica. Però, mi ha detto, non comunichiamo troppo questo aspetto perché cosi se succede qualcosa possiamo trattare….
Ecco il motivo che scoraggia molti Chateaux bordolesi ad abbracciare completamente la biodinamica. Conoscevamo già il Château Pontet Canet ( Grand Cru Classè di Pauillac classificata nel 1855) che già da molti anni si è convertito; sapevamo di Château Climens ( Grand Cru 1855 Sauternes); Château Grand Corbin ( Grand Cru Classè a Saint Emilion); Château Fonroque a Saint Emilion.
Ebbene a questi pionieri si è aggiunto anche Château Durfort-Vivens , grand cru classè 1855 a Margaux.
Vite di Vino
7 novembre 2014
E’ dura “sposare” la biodinamica, Emmanuel Giboulot lo sa bene.
"Mi piace""Mi piace"
massimo sacco
8 novembre 2014
hai preso l’esempio giusto…Emanuel è il vigneron in agricoltura biodinamica che ha rifiutato di usare pesticidi nelle sue vigne sane, solo per prevenire la flavescenza dorata. Grande, grande, grande!!!!!
"Mi piace""Mi piace"