Formaggi liguri: la toma Brigasca

Posted on 26 marzo 2020

2


La mia Liguria non é una terra particolarmente famosa per i suoi formaggi, anche se nel suo arco alpino l’arte casearia é sempre stata presente. Piccole perle, talvolta presidi slow food. Sono piccole produzioni, talvolta molto difficili da trovare se non in loco, come la Toma di Pecora Brigasca. Nomi che portano alla mente storie di frontiera, territori dove la vita era ( ed é tuttora) dura, vento, freddo, neve ma paesaggi splendidi che si affacciano sul mare e sulle montagne.  Una volta ho fatto una camminata fantastica, partendo dal Colle Melosa per arrivare a Cima Marta, una specie di altopiano dove si sono combattute le guerre, come testimonia uno dei più importanti fortini delle Alpi. Un balcone sulla valle Roya, la valle che parte dalle alture di Limone Piemonte per arrivare fino al mare di Ventimiglia, un territorio scavato dal fiume che é sempre stato conteso da Italia e Francia. Ebbene in questi territori aspri vive una degli ovini più rari: la Pecora Brigasca.

TL397_LRQDO_tende_berger_170621_8020-1440x960

la terra di montagna tipica della Brigasca

Il nome di questo pregiato formaggio deriva dalla razza autoctona Brigasca, che a sua volta deriva da La Brigue, paese francese della Val Roya, anticamente notissimo centro di pastorizia di tutta l’area di confine tra Liguria, Piemonte e Provenza.A fasi alterne questa località è stata ora francese, ora italiana, ma da sempre si parla una lingua locale comprensibile al di qua e al di là della frontiera, il brigasco, derivato direttamente dall’antica lingua d’Oc. La Pecora Brigasca per le sue caratteristiche fisiche è perfetta per i pascoli di questa zona impervia.

TL397_LRQDO_tende_berger_170621_7839-1440x960

La pecora  Brigasca con il pastore della valle Roya Georges Giordano

Qui gli animali si nutrono unicamente di erba fresca e fieno, senza aggiunta di mangimi, fornendo così un latte di pregiatissima qualità. Questa pecora era molto diffusa nel territorio all’inizio del XX secolo, allora si contavano circa 60000 capi, ora siamo a poco più di 2500 divisi tra Liguria e Francia. La toma prodotta con il latte delle pecore é conosciuta come Sora, in Italia, e Sole in Francia, ed ha una forma quadrata irregolare, viene prodotta secondo antiche tecniche millenarie legate alla transumanza. Viene prodotta in provincia di Imperia, in alcune zone della provincia di Savona e Cuneo, oltreché nella parte francese della Valle Roya. I formaggi sono , in seguito, salati a secco utilizzando sale marino e posti a stagionare in luoghi freschi, su tavole in legno, per un minimo di 60 giorni.

TL397_LRQDO_tende_berger_170621_7987-1440x960

la toma o sora é messa a stagionare

Il siero recuperato dalla caseificazione è portato ad una temperatura prossima all’ebollizione per la produzione di ricotta che, se lasciata fermentare per almeno 10 giorni, diventa brus. Ecco appunto l’altro formaggio tipico di questa razza ovina : il Brusso praticamente una ricotta fermentata, dal gusto molto forte e piccante, che , una volta, era la merenda dei pastori. La tradizione vuole che si spalmi su fette di pane casereccio, ideale quello di Triora, insieme a qualche pezzo di pomodoro.  Un formaggio dai sapori antichi che, parte le bruschette, viene utilizzato per condire gnocchi, polenta, patate.

Posted in: formaggi