Australia : come cambia il vino con il riscaldamento globale

Posted on 14 aprile 2020

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Riscaldamento climatico il grande sconosciuto, almeno per i politici del mondo che rifiutano l’evidenza e non trovano soluzioni al riguardo. Ma se chiediamo ai vignerons ebbene loro si che stanno lottando , con le mani nella terra, contro questo fenomeno, che conoscono molto bene.  Le temperature medie che si alzano tramite il buco dell’ozono, problema che affligge in modo particolare l’emisfero sud del pianeta, perché non filtra più pienamente i raggi UV. L’Australia é il paese di tutti gli “estremi” e nella zona meridionale , dove si trovano i vigneti più rinomati, si trova una delle zone vinicole più secche e aride dell’intero Paese.

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Barossa valley

Il problema del buco dell’ozono si fa sentire in questi vigneti meridionali, più che in altre parti del mondo vinicolo, perche  la fotosintesi  dinamizza la produzione di zucchero nell’uva con conseguente innalzamento del grado alcolico. Intorno ad Adelaide questo fattore é un grave problema ma gli australiani sono pragmatici e stanno trovando le soluzioni per ovviare a questo problema. Questa parte di Australia meridionale conta circa 64.000 ha di vigneto rispetto ai complessivi 135.000 dell’intero Paese. Il vino australiano classico é sempre stato comunemente conosciuto con uno stile ricco in alcool e con poca freschezza. Questa particolarità si accentua ancora di più adesso, sopratutto nella zona meridionale dove i cambiamenti climatici aumentano aridità. Per ovviare a questi problemi gli ” Aussies” hanno messo in pratica diverse soluzioni.  Sono intervenuti nei vitigni cercando di rimpiazzare il Pinot Noir ( che negli ultimi anni ha dato vini troppo ricchi)  con lo Syrah che é un vitigno più fresco ed elegante, meglio abituato a questi climi caldi. Per limitare la fotosintesi intervengono pesantemente, e senza sosta, sulla massa fogliare e potature in modo di ritardare la maturazione e proteggere i grappoli dal sole. Inoltre irrigazione in modo da aiutare i vigneti più sensibili, come avviene a Riverland.

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riverland in inverno

Ovviamente anche in cantina cercano di ovviare. Vendemmie analizzate da sensori ottici, lieviti artificiali d’ufficio, controllo temperature, aggiunta acido tartarico, aggiunta acqua nel vino per abbassare il grado alcolico ( tecnica usata anche dai francesi negli anni 50′). Purtroppo come controparte c’é l’utilizzo massiccio di solfiti, a volte anche 100 mg per litro. L’Australia, inoltre, sta diventando una terra d’assemblaggio: se alcuni dei più reputati vigneti sono vinificati singolarmente , questa pratica sta prendendo sempre più piede in quanto permette di offrire vini equilibrati e dallo stile inconfondibile, a dispetto delle annate.

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Un esempio il mitico Grange di Penfolds che sulla etichetta menziona South Australia, che lo autorizza a assemblare vini provienienti dallo stato. Un’astuzia permessa dalla legislazione australiana che autorizza a combinare le diverse indicazioni geografiche, i vari vitigni e le varie annate.