Lorenzo é un globe-trotter del Bar, uno spirito libero che ama confrontarsi con nuove sfide in tutti i paesi del mondo. Ho avuto modo di lavorare con lui e pochi hanno la passione e la conoscenza dei prodotti di questo ragazzo. Grande personalità travolgente che riempie e monopolizza il bancone del bar. Difficile non guardarlo mentre prepara un cocktail, con i suoi movimenti sicuri e teatrali mai banali. Sono contento che Lorenzo ha trovato la sua giusta dimensione in questo nuovo lavoro, tagliato su misura per lui. In bocca al lupo , come si dice, Lorenzo anche se non ne hai bisogno. Take care
Riassunto della tua carriera
Tutto è iniziato con un lavoretto estivo appena finita la scuola media. Cercavano un lavapiatti nell’unico pub del mio quartiere e mi sono proposto. Un pub di periferia molto, molto carino, con una buona scelta di birre e cibo sfizioso. Arrivavano clienti da tutta la provincia, all’epoca i social network non esistevano: internet era agli albori e sui PC girava Windows 94. Poche settimane dopo mi hanno “promosso” cameriere e il contatto col pubblico mi ha subito entusiasmato. Galeotta qualche birra fugacemente spillata, nasce la passione per quel luogo magico e ricco in alchimia chiamato Bar. Lavoretti in qualche discoteca, baretti di quartiere a Roma dove mi ero trasferito all’età di 21 anni e poi il salto di qualità con il trasferimento a Milano e le prime stagioni in Costa Smeralda nei primi anni del 2000. È stato proprio durante l’ultima stagione in Sardegna nel 2006 che mi sono definitivamente appassionato ed ho scelto il mondo del Bartending fosse la mia fonte di sostentamento principale. Così ho iniziato a frequentare corsi e a prendere questo lavoro ancora più seriamente. Ho avuto il primo bar catering in Italia nel 2010 e poi ho preso la decisione di andare all’estero. Ho lavorato in Inghilterra, Australia, Stati Uniti, Riviera Francese, Principato di Monaco e Tenerife oltre che ovunque in italia: da Milano alla Calabria passando per la Costa Smeralda e Forte dei Marmi.
Di cosa ti stai occupando in questo momento?
In questo momento mi trovo in Tailandia e lavoro come Istruttore multilingue Freelance per la European Bartender School, la scuola di Barman con più scuole al mondo. Ben 25 in 20 paesi diversi
Il mestiere barman si é evoluto passando da somministratore , e creatore, di bevande a vera e propria scienza, dove esce fuori l’aspetto creativo. Io li paragono un po ai grandi Chef. Cosa pensi del futuro della professione?
Un essere umano è in continua evoluzione, in perenne cambiamento. Il nostro palato e il nostro gusto, di conseguenza, pure. Fin quando ci saranno personaggi in grado di capire e adattarsi al gusto della gente, il mondo del bartering non ha assolutamente nulla da preoccuparsi per il futuro. Il nostro lavoro non ha limiti.
Non stiamo perdendo la caratteristica del barman a favore di uno specialista troppo concentrato sulla sperimentazione e poco a contatto con i clienti?
Un vero Barman ha le sue conferme dai clienti. Senza di loro le nostre continue ricerche sarebbero vane. A volte dimentichiamo che un buon bicchiere è solo di supporto ad un bel momento. Una chiacchierata piacevole, un evento da ricordare, sono tutte occasioni in cui si sublima l’essenza dell’essere umano. Un barman competente deve saper mescolare le due cose in maniera intelligente e magari trarre spunto da ciò che sta facendo per creare un legame e interagire ancora meglio con il suo cliente.
Chi ha iniziato nei grandi American bar classici ha coltivato un modus vivendi , fatto di savoir faire e gestualità che incanta. Ora si é un po perso questo modo di lavorare, te hai rimpianti, ti manca oppure guardi al futuro?
Personalmente è lo stile di lavoro che continuo a preferire. Io sono ancora quel tipo di barman, ma con le competenze e l’esperienza di un globe-trotter bartender con la valigia piena di gusti, odori e sapori. Ai miei studenti insegno anche la gestualità, come maneggiare l’attrezzatura. Qui a EBS Phuket ad esempio insegniamo sempre a lavorare con due mani, ma quando una delle due è per forza libera deve stare rigorosamente dietro la schiena col palmo rivolto verso l’esterno per evitare quello che io chiamo effetto chicken wing o T-Rex. Quando lavoro dietro al banco solitamente non lancio bottiglie in aria né faccio acrobazie con gli shaker, ma chiunque tira fuori comunque il cellulare per filmare ciò che sto facendo e come lo sto facendo.
Consigli per un ragazzo/a che si affaccia in questo affascinante universo?
Il segreto è riempire il backpack di odori e provare a scoprire sempre nuovi sapori. Viaggiare, vedere, conoscere, annusare, assaggiare, imparare e rubare, rubare tanto da chi dimostra di avere esperienza. Avere passione e credere sempre in ciò che si fa.. dare sempre il massimo, andare oltre ogni limite per crearne di nuovi.
La tua bevanda miscelata e Spirit preferiti, e perché?
Mah, dipende molto dal mood. Da bevitore esperto vado subito al sodo. Prediligo comunque preparati principalmente con spiriti e liquori con l’ausilio di qualche buon bitter magari e qualche sciroppo di produzione propria. Qualche agrume per gli oli essenziali della scorsa e via..Un mezcal old fashion al maraschino con un flamed orange peel per esempio..
Una volta erano i Gins, ora stanno andando forte i mezcals, cosa puntare per un domani?Quali saranno i trend per il futuro?
Altri distillati di Agave. Sotol per esempio.
Hai girato il mondo, conosci la clientela in tutte le sue sfaccettature dove ti sei trovato meglio a livello umano e professionale?
n Australia senz’ombra di dubbio. Tutto è riconosciuto e il lavoro non è schiavismo, piuttosto libera libertà d’espressione. L’Australia è molto fair.
Rimpianti su lavori, opportunità che non hai afferrato in un preciso momento?
È tutto assolutamente perfetto così.
La tua più grande gioia?
Ora come ora le facce dei miei studenti quando scoprono di aver passato il corso o quando realizzano di essersi guadagnati una bella A sul loro certificato.
Ma soprattutto aver realizzato la vita dei miei sogni che immaginavo quando ero bambino.
Il tuo più grande rimpianto?
I tuoi migliori bar del bere bene?
Camparino a Milano per Campari Lovers, Black Pearl e Boston Sub a Melbourne, Paradiso a Barcelona.
I tuoi migliori barman?
Non ho mai seguito nessuno in particolare. Quando vivevo a Milano sono andato qualche volta al Nottingham Forest, ma non mi hanno mai affascinato blogs e gruppi.
La mia passione per i vini viene sempre a galla….. ma tu cosa bevi in questo momento e il tuo migliore ricordo legato ad una bottiglia di vino?
Storia recente allora. Un gran Tempranillo della zona del Murray River, nord Victoria, bevuta per l’arrivo del nuovo anno in riva proprio al Murray River.
Vino e cocktails é possibile?
Tutto è possibile. Basta trovare il giusto bilanciamento.
Riusciremo a educare i nostri ragazzi ad un bere bene di qualità piuttosto che di quantità?
È quello che faccio tutti i giorni a scuola. Abbiamo per le mani uni strumento molto potente, a volte lo trascuriamo. Dobbiamo saperlo gestire sapientemente. Io per primo non bevo qui in Tailandia perché l’alcol distillato in questo paese ha un effetto diverso sul corpo umano, quasi sicuramente a causa della poca qualità. Li invito sempre a notare le differenze.
aprile 24th, 2020 → 12:41 PM
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