Vini Orange= la nuova frontiera

Posted on 14 Maggio 2020

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“Intellettuali d’oggi  Idioti di domani  Ridatemi il cervello  Che basta alle mie mani
Profeti molto acrobati  Della rivoluzione  Oggi farò da me  Senza lezione” 

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Cantava il mitico Fabrizio De André  ne “Il Bombarolo” inserita in ” Storia di un impiegato” del 1973

Un quarto colore si affaccia sulle tavole e dentro i bicchieri. La rivoluzione dei vini Orange, partita inizialmente da Giorgia e Italia, ha finalmente preso piede anche in Francia. In circa sei anni sono diventati da prodotto quasi nascosto, per piccoli amatori,  a elemento quasi intrascendibile per i vignerons francesi: infatti in molti si sono quasi sentiti obbligati a provare questa nuova onda. Ma cosa é questo movimento chiamato dei  vini  Orange anche conosciuto come vini bianchi di macerazione? Si tratta di vini prodotti con vitigni a bacca bianchi ma che sono vinificati come fossero dei vini rossi, con una lunga macerazione delle vinacce; per questo motivo in Francia sono conosciuti, anche, con il termine “Blanc maceré”.

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In pratica nella famiglia dei vin orange la diversità di sapori e gusto é prodotta da alcuni importantissimi fattori. Innanzitutto la macerazione , che può durare da alcuni giorni fino ad alcuni mesi, del contatto del mosto con i lieviti e le bucce.  Il colore diventa, con il tempo, leggermente ambrato frutto di una lentissima ossidazione. Ecco spiegato il perché dei vini orange. Il processo produttivo dei Vin Orange oppure orange wine ( come comunemente sono conosciuti al di fuori della Francia) è molto antico, infatti risale a circa 5.000 anni fa quando nella Georgia il mosto veniva fatto fermentare a contatto con le bucce in grandi anfore di Unknownterracotta interrate, chiamate Qvevri, che raggiungevano la capienza di 1000 litri, chiuse con pietre e cera d’api. Questa antichissima tecnica Georgiana é considerato Patrimonio Unesco dal 2014. Bisogna anche dire che i vin Orange non rientrano nella categoria vini naturali. Questi vini stanno avendo molto successo perché sono vini che rendono liberi. Liberi, i vignerons, da ogni protocollo e dalla routine classica, ritornando ad uno spirito pioniere , da sempre legato al passato, che permette di esprimere il proprio pensiero e passione. Liberta per i consumatori che possono trovare nuovi territori da esplorare con caratteristiche quasi estreme: tannicità, acidità volatili a volte molto potenti, ventagli aromatici molto importanti, direi quasi selvaggi uno “tsunami” di profumi e sapori che ormai non si ritrovano più nei vini normali. Non abbiamo, in effetti, l’abitudine di bere vini bianchi tannici. Questi vini sono un connubio tra  la freschezza dei vini bianchi e la morbidezza e tannici dei vini rossi. La prima degustazione di questi vini vi sorprenderà, in positivo.  Ogni vitigno bianco vinificato come vin orange regalerà un risultato diverso. Sono vini che si possono considerare come frutto dell’alleanza di uomo, terroir e del frutto. In Francia i vini Orange sono classificati come vin de France, il che permette di uscire dalle regole e sperimentare. In Italia molti precursori come Gravner, hanno fatto la storia di questa tipologia di vino, mentre in Francia si inizia seriamente solo adesso.

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In Francia lo Jura é stata la regione pioniere grazie anche ad uno dei vitigni autoctoni come lo Savagnin, che si presta particolarmente a questo processo, un po come la Ribolla Gialla in Italia. Lo chardonnay anche sta lasciando intravedere un ottimo futuro. Insomma lo Jura é e sarà l’emblema francese dei vini Orange. Da provare il Domaine Tissot con Arbois- Amphore prodotto con il magnifico vitigno Savagnin.

L’Alasazia é la regione in cui si é verificata una vera e propria epidemia di vin Orange. La prima vittima? Il Gewurztraminer. Le altre uve non sono all’altezza di quest’ultima: i Riesling sono austeri, i Pinot Grigio non sono all’altezza dei vini Orange di Slovenia e Italia. Laurent Bannwarth  propone una splendida cuvee di Gewurztraminer chiamata Qvevri, appunto le anfore georgiane.

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La prima vendemmia fu il 2011 dopo che Stephane Bannwarth prese ispirazione da un viaggio in Georgia nel 2007. Il vino é incredibile con un naso che ricorda aromi di pepe, tabacco, fumé e spezie dolci orientali. Al palato arriva con grande intensità la frutta candita: susine, uva e albicocche con un finale molto, molto lungo.

La Borgogna é ancora riluttante a questa pratica. Anche se qualche bottiglia come Le Blanc di Prieuré- Roche sono incredibili . Ma alla fine la tannicità di queste vini potrebbe essere un fattore di equilibrio per i terroirs più ricchi. Magari tra qualche anno potremmo degustare un Meursault Charmes di macerazione

La Loira ha faticato ad introdurre questa prassi ma ora sta facendo passi da gigante. L’attore principale é ovviamente il Chenin Blanc che ci regala delle cure che sfideranno il tempo. Il Domaine Saget la Perriére propone uno splendido bianco da macerazione prodotto con 100% di Chenin Blanc: Le Genie Orange,  un vino che é prodotto nella Touraine ed é imbottigliato come vin de France ( in quanto non corrisponde ai criteri della denominazione).

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Processo e etichetta di la genie orange

I vigneti del Mediterraneo sono la terra promessa dei vini di macerazione. Roussilon, Languedoc sono i vivai attivi dove , da anni, il movimento ha trovato numerosi discepoli. Alle porte della denomizione Hautes Corbiéres si trova il Chateau Gléon Montanié che coltiva 50 ha. Philippe Montanié lavora esclusivamente vecchie piante di Malvoisie.  D’Or et d’Ange é prodotto esclusivamente con Malvoisie centenarie.

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Philippe all’inizio si utilizzava la Malvoisie per produrre solo vini dolci, negli anni 80′ ha iniziato a produrre vini secchi e , un paio di anni fa, la svolta con i bianchi di macerazione. Anche il Domaine Gauby, una delle aziende più reputate del Roussilon con un’alta percentuale di vecchie vigne. A partire dal millesimo 2015 hanno creato la cuveé Jasse, una assemblaggio di viti di Muscat a petit grains e il più raro Muscat d’Alexandrie, in percentuale circa il 15%.

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Le uve provengono da viti vecchie di 80 anni piantate in suoli scistosi e da viti più giovani che si trovano in suoli calcarei. Un risultato sorprendente a livello gustativo:un bouquet complesso che unisce aromi maturi e aerei di petali di rosa essiccati, albicocca e arancio canditi, il litchi, agrumi , lavanda, perviene, timo. Un finale minerale intenso che si appoggia a sapori agrumati.

 

 

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