Bollinger a nudo + PN VZ 15

Posted on 15 dicembre 2020

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E’ una maison “familiale”, un termine molto caro ai cugini francesi, infatti si dice che Bollinger c’est le plus grand des vignerons ou la plus petite des grandes maisons”; tutto é legato al fondatore Athanase de Vilermont, nel 1829, ed in seguito al genero Jacob Bollinger e Paul Renaudin, ovviamente con la famosa Madame Bollinger detta Lily: da allora la famiglia é sempre la stessa. Si riconosce la maison Bollinger per il suo approccio legato al gusto molto tipico.

Il primo pilastro su cui si posa la reputazione Bollinger é il vigneto. Bollinger possiede 180 ha di vigne di proprietà, principalmente intorno a AŸ. Questo permette anche di seguire e mettere in pratica le certificazioni sul rispetto dell’ambiente ( molto in voga nella regione) come “Viticulture durable en Champagne” oppure “Haut valeur environnementale”. La qualità dell’uva é minuziosamente controllata per mantenere un approccio per ogni singolo vigneto o appazzamento . Il secondo pilastro é il Pinot Noir: tutte le cuvées sono composte almeno del 60% di questo vitigno. Il terzo pilastro é il tempo: la durata dell’invecchiamento dei vini é due volte più lunga della media in Champagne. Grazie all’autolisi dei lieviti, il tempo permette agli aromi, in particolare quelli terziari, di svilupparsi. La vinificazione in legno é invece il quarto pilastro. Bollinger é una delle ultime Maisons a praticarla grazie ai propri 4000 tonneaux, quasi esclusivamente in piace bourguignonne ( 228 litri). Il quinto e ultimo pilastro sono i Magnums de Réserve. Una parte dei vini di riserva sono conservate in magnums che invecchiano per una decina di anni, annata per annata e cru per cru. Sono delle vere e proprie bombe aromatiche che contribuiscono al gusto particolare della Maison.

IL PINOT NOIR by Bollinger

Denis Bunner, Chef de Cave adjoint, ci spiega che: ” Abbiamo lavorato molto per tradurre questi cinque pilastri nel gusto. Cerchiamo di dare valore al Pinot Noir, perché é il nostro vitigno più coltivato nelle Grands e Premieres Crus. Il naso e la bocca sono molto particolari. Quello che ci viene subito in mente é lo spirito frutta fresca, frutta matura cioè in tutti i suoi stati. Gli Champagnes sono molto complessi. Difatti dopo qualche istante appare il gusto di frutta secca. La frutta fresca viene dal vigneto, dalla vinificazione in inox; la frutta secca invece dalla vinificazione in legno. Al palato si scoprono note saline, dei grandi amari ma , allo stesso tempo, un’effervescenza cremosa grazie anche al lavoro del tempo (tre anni sui lieviti e tre mesi di riposo dopo il dégorgement).

Denis poi continua: “ In Champagne la temperatura é aumentata di 1.2° in media da circa 30 anni. Le vendemmie sono più precoci , circa 20 giorni. Pero abbiamo dei vantaggi da questa evoluzione climatica, perche le maturità sono più regolari ed ogni grappolo maturo é un potenziale di invecchiamento. L’abbiamo constatato, non é l’acidità che é al primo posto nel criterio di invecchiamento ma bensì la maturità. Circa 1O anni fa si dosava intorno agli 8 oppure 9 grammi di zucchero per litro. Oggi siamo piuttosto intorno ai 6 grammi. Maggiore é la maturità e minore é il dosage.

Philippe Jamesse il famoso Chef Sommelier de les Crayéres, ristorante due stelle Michelin di Reims, ora fondatore della società DNA Champagne & Wine é uno dei massimi esperti della Champagne. Ecco come descrive Bollinger: ” Il DNA della Maison Bollinger é sia la struttura che la persistenza aromatica. La vinificazione in legno viene a rinforzare e accompagnare una materia molto sensibile. Nella Grande Année 2012 ci sono una moltitudine di spezie, uno stile orientale, note fumée che ci regalano un vero e proprio filo conduttore. Con un finale marcato dal una grassezza naturale e amari incredibili

PN VZ 15 La Sfida

PN VZ 15

Charles- Armand de Belenet , direttore generale, racconta che l’idea del nuovo prodotto Bollinger PN VZ 15 é il frutto della massima espressione del Pinot Noir in un contesto di lavoro di squadra. In effetti Gilles Descôtes, Chef de Cave, ha avuto l’idea di organizzare una specie di concorso, con i suoi diretti collaboratori, al fine di trovare la bottiglia perfetta. Ogni collaboratore ha presentato la propria idea del Pinot Noir, con il 2015 come annata di base utilizzando ovviamente i vins de réserve. Il progetto era di produrre il migliore Pinot Noir possibile , un multi millesimo, un brut sans année partendo dal vigneto di proprietà. Alla fine l’assemblate di Gilles che é uscito vincitore dal concorso. Gli altri avevano scelto delle basi di vino di Aÿ, mentre Gilles ha scelto Verzenay perché il 2015 é stata un’annata molto calda .

Questo spiega il nome di PN ( Pinot Noir), VZ per Verzenay e 15 per l’annata di base. In questa cuvée i cinque pilastri sono riuniti in un equilibrio a cui si può aggiungere un sesto pilastro che potrebbe essere la generosità. Un Pinot Noir che si differenzia dai Pinots di Bollinger , vinificati in legno. Il legno é presente ma come supporto . Un vino che ci offre una paletta aromatica molto ampia ma quasi scolpita sulle origini del vigneto. Un vino che ci permette di scoprire un taglio particolare che é molto percettibile al palato con una parte minerale che sente le rocce calcaree e il salino dell’acqua marina. Un Pinot Noir che ha un contrasto di caldo e freddo, grazie alle sue origini di elaborazione, che ci regala sensazioni che toccano lo test di arance e pompelmo ed allo stesso tempo il calore , quasi distillato, di frutti bianchi. Insieme a pepe esotico e note tropicali consistenti e, allo stesso tempo, intensi e potenti.

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