Il Domaine Ao Yun, di proprietà del colosso francese LVMH, ha un terroir molto atipico: é infatti basato sui pendii della catena Himalaya ad un altezza compresa tra i 2200 e i 2600 metri sul livello del mare. Il grande gruppo francese era da molto tempo che accarezzava l’idea di produrre un grande vino in Cina e nel 2008 , insieme ad un enologo australiano, Tony Jordan, iniziano la ricerca del terroir adatto a questo proposito.

Dopo avere valutato, e scartato, diversi siti perché le terre cinesi, valutate, sono troppo umide oppure hanno inverni troppo rigidi non dando l’opportunità di ricercare la freschezza necessaria per produrre un grande vino. Tony si concentra allora su micro climi particolari e scopre, a nord di Yunnan, quasi alla frontiera con ilTibet una regione molto interessante. Protetta dai monsoni grazie alla catena montuosa che si eleva fino a 6800 m slm, questi territorio offrono condizioni climatiche molto particolari. Gia i missionari cristiani avevano piantato qualche vigna che ritroviamo ancora intorno alle chiese. Dagli anni 2000 le autorità cinesi hanno incoraggiato lo sviluppo della vite . Qua le viti sono piantate tra i 2200 e i 2600 metri, le vendemmie iniziano a settembre e finiscono a novembre. L’ombra delle grandi montagne riduce del 60 % l’azione del sole e garantisce una maturazione molto lenta : pero bisogna dire che l’esposizione al sole é ridotta la potenza dei raggi UV , a queste altitudini, é molto potente.

Per proteggersi dalla potenza dei raggi solari, l’uva si é creata una buccia più spessa che sviluppa maggiormente il colore e la maturazione dei tannini. In comparazione a Bordeaux, qua gli inverni sono leggermente più freschi mentre la primavera é più secca e soleggiata. Ma allora hanno trovato l’eldorado del vino? No perché anche qui ci sono problemi come le piogge scarse, sembra impossibile visto la prossimità delle nevi eterne, che si attestano, in media, tra 200 e 300 mm per anno, e che obbligano alla irrigazione artificiale. Altro punto negativo é il basso tasso di ossigeno, dovuto all’altitudine, che evolve il vino in maniera totalmente diversa tanto che , a volte, devono aggiungere dell’ossigeno. Anche il palato cambio a queste altitudini: l’aria molto secca altera le capacita degustatore al momento degli assemblaggi. Ecco perché questi ultimi si svolgono a Hong Kong.

Sui trenta ettari divisi in 314 parcelle in quattro villaggi lavorano le 120 famiglie che abitano in questi paesini d’alta quota. Qua si raccolgono 1kg di uva per vigna ossia 100 gr per ramo. Insomma tante piccole accortezze per cercare di rendere un vino unico, ecco la grande potenzialità del marketing della LVMH orchestrato da Maxence Dulou, direttore dell’azienda trasportato qua direttamente da Cheval Blanc.
Va bene tanti piccoli dettagli ma alla fine come si presenta il vino ? Of course il vino stesso ha fatto enormi progressi visto che, essendo una prima, non hanno nessun riscontro sull’evoluzione. Il primo millesimo é stato il 2013 ed ora hanno messo in commercio il 2017 che , per la prima volta, include una parcella di Merlot piantata nel 2013. Nelle altre annate siamo a circa un 90% di Cabernet Sauvignon ed il restante con Cabernet Franc. Cosa sorprende é la freschezza importante, che non ci aspettiamo di trovarla in vini del Nuovo Mondo, molto superiore ai grandi vini di Bordeaux, della rive gauche, bilanciata da una maturità diversa quasi unica.

Abbiamo assaggiato il 2015, da ricordare che questo vino viene venduto sul web ad un prezzo che varia tra i 240€ e i 350€. Un naso leggero che si evolve su profumi di frutti rossi speziati e vegetali. La bocca é abbastanza spigolosa costruita intorno ad una acidità molto importante che rende il palato molto nervoso. Qua, pero, manchiamo di aromaticità e di struttura per un vino con 15° % di alcool, quasi impercettibili. Tannini non ricevuti;;;;»
Posted on 24 ottobre 2021
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