44.498 € per una bottiglia di Pétrus 1998 oppure 22788€ per la Romanée Conti del 1978. Vergognoso ? Delirante ? Pero ci sono delle persone , in pieno posseso delle loro capacita intellettuali, che non esitano a pagare questi prezzi per prodotti , che , una volta aperti non valgono più niente. Quasi 80% di loro non bevono questi vini ma li mettono in cantina per poi rivenderli ancora più cari , in effetti la speculazione intorno al mondo del vino paga moltissimo. Se prendiamo l’indice iDealwine 100 , che come dice il nome raggruppa i prezzi dei 100 vini più rappresentativi nelle vendite all’asta. Ebbene c’é stato un aumento del 215% tra febbraio 2007 e febbraio 2019 mentre , nello stesso periodo, la borsa ha perso il 23%. Ma non é oro tutto ciò che luccica. Non sempre si investe e si guadagna nel vino. I prezzi del vino possono perdere come durante la crisi economica mondiale del 2008, oppure per colpa di annate non proprio buone ( in Francia quando l’annata non va bene dicono “millesime de vigneron”) come il 2012 oppure il 2013, oppure di fronte a pandemie mondiali come questa del covid. Ma alla fine i prezzi salgono sempre, anche perche si “scommette” su tempi lunghi e sui nomi giusti….. Ci sono ugualmente una parte di vini cosiddetti speculativi ( grandi domaines della Borgogna, prime e seconde cru classes di Bordeaux, qualche domaine della Loira e della Valle del Rodano) che sono inaccessibili per noi comuni mortali. Sono rari perché tutti li vogliono allora che la produzione é molto limitata ; molti sono venduti “sous allocation” cioè vuol dire che sono le stesse persone ( negociants, ristoratori, distributori, collezionisti) che anno dopo anno hanno accesso , ovviamente pagando, a queste rarità. Allora come possiamo noi entrare a fare parte di questa setta?? Bisogna capire che in Francia ci sono i vini di Bordeaux poi tutto il resto. I chateaux bordolesi, nel loro insieme, non si interessano della destinazione finale del vino : che sia bevuto oppure messo in cantina per speculare, a loro interessa che sia venduto punto e basta. In Borgogna ufficialmente fanno la caccia agli speculatori. Un eletto ‘allocataire ‘ della DRC che viene sorpreso a rivendere le bottiglie rischia di farsi annullare la propria allocation. Anche se in effetti questo non impedisce ai vini della Borgogna di fare la stessa fine di quelli di Bordeaux. Ecco che questi vini sono diventati della galline che fanno le uova d’oro. Per farla breve questi intermediari che attirano gli investitori che a loro volta costruiscono società solamente per questo scopo. Per farla breve degli intermediari acquistano per voi delle bottiglie di grand cru, le mettono in cantina e le rivendono quando i tempi finanziari sono maturi, normalmente tra i 5 e gli 8 anni. Pero ora c’é un problema : la truffa che ha fatto perdere milioni di euro a centinaia di persone. Bisogna stare attenti. In effetti in Francia solamente due aziende hanno autorizzazione legale rilasciata dal Marché Financiers ( AMF) e sono: U wine Invest e Cavissima, attenzione che Cavissimo é una truffa.
I grandi vini ormai inaccessibili
Posted in: Senza categoria
Posted on 1 ottobre 2021
0